Annunciata l’anno scorso come rivoluzionaria e dalla denominazione a prima vista bizzarra, eccoci al volante della Toyota bZ4X.

Partiamo proprio dalla sigla, che necessita di qualche spiegazione.

bZ come “Beyond zero” – oltre lo zero – si riferisce alle emissioni della famiglia dei veicoli 100% elettrici di Toyota, della quale la bZ4X è la prima ad essere prodotta dalla casa giapponese. Il 4 si riferisce invece alla dimensione della vettura (imparentata con la RAV4) mentre la X denomina il crossover.

Al di là della sigla, saliamo a bordo di un veicolo dalle dimensioni generose e dalle linee avveniristiche, sottolineate da un frontale imponente, tagliato da una linea di luci sottile. Non meno originale è la coda, dalla quale sembra uscire una fanaleria imponente che abbraccia anche le fiancate.

Dentro l’abitacolo è accogliente e originale come gli esterni, anche se ormai non sfugge alla regola che vuole un grande display al centro della plancia. Ci sono parecchi vani, ma manca il cassetto di fronte al passeggero e la trovata di proporre una consolle centrale a due piani, quello superiore destinato ad accogliere qualche comando, quello inferiore come spazio in grado di ospitare degli oggetti, ci convince poco.

La posizione di guida è interessante, ma ahinoi il cruscotto viene nascosto dal volante e difficilmente si può leggere tra le razze.

Semplice e intuitivo l’infotainment della bZ4X, che si avvale anche di comandi analogici e non solo digitali. Lo schermo centrale è ampio, la connessione alla rete è eccellente.

Alla guida l’elettrica firmata Toyota non riserva sorprese particolari. Noi abbiamo provato la versione a trazione integrale, ma al cliente è offerta anche la possibilità di scegliere unicamente la trazione anteriore, risparmiando qualcosa sul prezzo.

La guida è molto semplice, la vettura scorre docilmente sull’asfalto, regalando comfort e silenziosità a bordo, grazie ad un’ottima insonorizzazione. Non stiamo parlando di un’auto dallo scatto bruciante, non si tratta di un’elettrica che al primo affondo del pedale del gas ti schiaccia contro il sedile e ne fanno fede le prestazioni misurate, quasi 7 secondi per toccare i 100 all’ora.

La guida è facilitata dalla presenza di numerosi aiuti: tanto per dire, basta distogliere per un attimo lo sguardo dalla strada e indirizzarlo verso il display centrale che una telecamerina che scruta il volto del conducente fa partire un comando che chiede maggiore attenzione alla guida.

Capitolo autonomia: qui purtroppo sono dolori. Esaminata in laboratorio, la bZ4X viene data capace – nella versione a trazione integrale – di percorrere 458 chilometri con il pieno di energia (standard WLTP). Ebbene, nel nostro test questo risultato non solo non è mai stato raggiunto, ma nemmeno sfiorato. Qui lo stile di guida e le condizioni meteo non c’entrano per nulla: abbiamo guidato rispettando scrupolosamente le regole e i limiti di velocità, percorrendo più di mille chilometri da Bellinzona a Punta Ala e ritorno, in Toscana. Certo, era luglio, temperatura costantemente attorno ai 30 gradi e aria condizionata accesa per forza, ma l’esito della nostra autonomia è stato assolutamente deludente, non superando mai i 275 chilometri. Della discrepanza tra autonomia annunciata ed effettiva si erano già accorti alcuni colleghi scandinavi, che hanno testato la vettura d’inverno, ma a temperature non proibitive (attorno ai 4 gradi): il modello a trazione integrale in quella circostanza aveva esaurito la carica addirittura dopo soli 215 chilometri.