Valsangiacomo Vini – Uberto Valsangiacomo

Data evento

Giovedì 16 maggio 2024, ore 19.45

Prezzo

CHF 120.- / persona

Da Valsangiacomo Vini, un incontro
con la storia della viticoltura ticinese

Quando si dice Valsangiacomo e si pensa alla viticoltura ticinese è obbligatorio scomodare la parola “storia” per descrivere una realtà che ha avuto in Cesare Valsangiacomo, recentemente scomparso, uno dei pilastri del successo ottenuto dalla produzione cantonale e in particolare del Merlot.

Da anni la Valsangiacomo Vini poggia sulle solide spalle del figlio di Cesare, Uberto, che dirige una realtà dentro la quale tradizione e innovazione vanno a braccetto.

Questa volta, “Una storia in bottiglia” tenta di uscire dal solco dentro il quale si è sviluppata: cena snella, più spazio alla degustazione dei vini e visita ad una cantina che è un gioiello storico, rispettoso della natura, unico nel suo genere per le dimensioni che possiede.

Uso le parole di Cesare per descriverla: “La nostra cantina è stata costruita ai piedi del Generoso dal 1900 al 1902 grazie all’opera di 450 operai che l’hanno completamente scavata nella roccia. È un gioiello: non abbiamo un interruttore per regolare il clima e l’umidità, ci pensa la natura, con uno scambio d’aria prodotto dalle correnti che percorrono la montagna».

In effetti, bisogna starci una volta e avvicinarsi alle bocchette che escono dalle pareti per rendersi conto che in estate da lì esce un flusso di aria fredda che ha del prodigioso, mentre d’inverno contribuisce invece a rendere mite la temperatura della cantina.

La storia si diceva. Basti dire che Uberto rappresenta la sesta generazione di una famiglia che ha cominciato a commerciare vini nel 1831, mentre se guardiamo alla recente evoluzione del Merlot, in ogni “invenzione” ad esso collegata troviamo la mano di Cesare, che ho avuto la fortuna di conoscere, frequentare ed apprezzare.

Fu tra i primi a bandire, negli anni Cinquanta, le colture miste (in vigna una volta si coltivavano anche patate, mais e tabacco); ispirandosi alla Francia diede vita al primo “cru” ticinese, ossia un vino derivato da un unico vigneto ben delimitato (il Roncobello); innovò etichette e denominazioni grazie all’Ariete (lanciato sul mercato nel 1968), ma poi, soprattutto, a lui va il merito di aver prodotto la prima bollicina ticinese bianca da uva a bacca nera: siamo nel 1983 e nasce il “Ronco Grande” che viene spumantizzato direttamente in azienda e non affidato a terzi.

Oggi quasi tutte le cantine di un certo “peso” producono spumanti con le uve che coltivano: vogliamo dirlo si o no che Cesare è stato un precursore e un visionario?

Mattirolo, Rubro, Piccolo Ronco, 1831, Don Giovanni, Gran Segreto, sono solo alcune delle altre etichette sotto le quali prendono vita i grandi vini della Valsangiacomo, che potremo scoprire in un interessante viaggio in cantina con la guida dell’attuale proprietario Uberto Valsangiacomo. Una serata che rappresenta un incontro con un pezzo di storia della produzione vitivinicola cantonale e che assolutamente è da non lasciarsi sfuggire.

Un minibus per una trasferta sicura

Per la trasferta a Mendrisio, vi offriamo la possibilità di lasciare a casa l’auto evitando le insidie del viaggio. L’offerta è valida per chi abita nel Bellinzonese e prevede la partenza dal posteggio presso il campo sportivo Al Ponte di Claro (possibilità di lasciare l’auto gratuitamente) oppure da Giubiasco (luogo da designare, a dipendenza del numero e della provenienza degli iscritti).
La trasferta con minubus si effettua con un minimo di 12 iscritti ad un prezzo di fr. 25.-

Numero massimo di partecipanti: 15

Iscrizioni entro lunedì 6 maggio 2024 all’indirizzo info@comclaris.ch

Non solo vino

Dire Valsangiacomo è dire Merlot, ma forse non tutti sanno che l’azienda del Mendrisiotto produce anche un bitter che ha alle spalle una storia prestigiosa e che, dopo essere caduto un po’ nell’0blio, sta tornando in auge alla grande. Parliamo del Franzini American Bitter, creato nel 1890 da un farmacista mantovano, Romeo Franzini, e impostosi subito nella grande Milano.

Vincitore di diversi concorsi internazionali, il Franzini American Bitter è una delle bevande preferite dai milanesi all’inizio del Novecento: per assaggiarlo, a volte si fa la fila al Bar Franzini.

Negli anni Venti, questo amaro che viene preparato usando soltanto ingredienti naturali, senza conservanti nè coloranti, facendo capo ad un’infusione di erbe amaricanti, piante aromatiche e scorze di frutta da miscelare con alcool e del fine vermouth, verrà prodotto anche a Chiasso dalla ditta Foppa, che ottiene la licenza dal signor Franzini, la cui azienda cessa l’attività negli anni Cinquanta per mancanza di discendenti interessati a rilevarla. Così, il Franzini verrà prodotto unicamente in Svizzera, dove Edgardo Foppa negli anni Ottanta cederà il marchio e la ricetta segreta del Franzini alla ditta Valsangiacomo guidata allora dall’intraprendente Cesare.

Il Franzini American Bitter è un ottimo aperitivo nella sua versione classica, che lo vuole nel bicchiere con una semplice spruzzata di selz e una scorta di limone, ma può essere anche un digestivo e soprattutto costituisce la base per innumerevoli cocktail.

Il menù della serata (in via di definizione)

xxx

***

xxx

***

xxx

***

xxx