Cantina Mondò – Giorgio Rossi

Data evento

Giovedì 6 aprile 2023, ore 19.30

I segreti del Mondò raccontati da Giorgio

La passione per la viticoltura è arrivata a scoppio ritardato: da adolescente, quando si trattava di andare a lavorare nel vigneto di famiglia, anche Giorgio Rossi sbuffava e preferiva l’escursione in motorino con gli amici. Oppure gli allenamenti e la partita a calcio, perché a quanto pare Giorgio era un talento, arrivato sino a giocare negli Interregionali dell’AC Bellinzona. Uno dei suoi primi allenatori fu Enrico Morinini, che infatti non ha voluto mancare la serata di giovedì 6 aprile ed era tra la trentina di ospiti che hanno nobilitato la proposta di incontro tra i piatti di Salvatore Squillante, come sempre brillante ai fornelli, e i vini dell’Azienda Mondò.

Giorgio conferma che, da ingegnere civile, ben presto ha capito il valore della liberà che il salto nella viticoltura gli avrebbe concesso. E così con l’aiuto del fratello Andrea ha affrontato l’avventura. Da allora, sono trascorsi più o meno trent’anni.

È stato bello ascoltare dalla sua bocca come i suoi vini si siano evoluti, come col passar degli anni certe situazioni siano mutate, certi vitigni siano stati abbandonati in favore di nuovi. La storia dell’Iris è esemplare in questo senso: un bianco che un tempo era fatto con Merlot, Sauvignon, Chardonnay, oggi è diventato l’espressione di un vitigno innovativo come il Sauvignac, che esige solo due trattamenti all’anno. L’uva è a maturazione tardiva, ha bacche rosa a buccia dura, è resistente sia all’oidio, sia alla botrite. L’Iris, abbinato al crudo di capesante, si è rivelato profumato, aromatico, di un frutto intenso. E ancora non siamo venuti a capo del suo nome che nasconde un segreto: il nome di una donna? O semplicemente quello del fiore?

Anche il rosato di Giorgio ha cambiato pelle: un tempo era fatto con la Bondola, oggi in quel vino si fondono invece diverse varietà di uva. Abbiamo assaggiato un rosato imbottigliato da pochi giorni, arrivato sulle nostre tavole in bottiglie addirittura ancora prive di etichette. L’espressione migliore questo vino nuovo di pacca la raggiungerà tra qualche mese, ma le premesse sono interessanti.

Di grande e intensa espressione bordolose, invece, il Mondò che ha accompagnato il controfiletto di manzo proposto dalla cucina. Annata 2017, maturazione eccellente, è un vino che può ancora durare nel tempo, ma berlo adesso è una goduria: il Mondò è composto per circa il 55/60% da Merlot e per il resto da Cabernet Sauvignon. La fermentazione alcolica avviene in vasche d’acciaio. Successivamente, il vino matura per circa 24 mesi in barrique francesi. Un vino per veri intenditori; il Mondò colpisce per il suo rosso rubino intenso, ha una struttura potente e corposa, ma elegante, con tannini avvolgenti e non invadenti.

L’azienda

Nel cuore dell’azienda Mondò, che benché abbia una sede anche nella zona industriale di Sementina è ancorata sulle colline di quello che un tempo era comune ed ora è quartiere di Bellinzona, si arriva seguendo una stradina che s’inerpica sulla montagna.

Ad un tratto, ecco uno slargo su cui appare una costruzione rurale, posta in mezzo ad un grande vigneto: è quello che ormai è diventato famoso come il ronco dei ciliegi, che dà origine anche al nome del vino forse più conosciuto prodotto da Giorgio Rossi e da suo fratello Andrea.

Da qui si gode una vista meravigliosa sulla piana del Ticino, i vigneti richiedono sudore e fatica: siamo nel bel mezzo di quella che viene definita una viticoltura eroica, che vuole l’uomo protagonista, con la meccanizzazione costretta a recitare un ruolo secondario.

Giorgio afferma con orgoglio che ormai le vendemmie dell’Azienda Mondò sono una trentina. In realtà, la storia dice che occorrerebbe andare più in là, perché la passione di Giorgio nasce in famiglia e fare vino e coltivare uva è una tradizione di casa. Solo che un tempo la vinificazione era destinata ai bisogni della cerchia famigliare, poi Giorgio ha capito che c’era un potenziale da sfruttare e ha deciso di lasciare la professione che aveva imparato, quella ingegnere civile, per lanciarsi in una grande avventura insieme ad Andrea.

Oggi la qualità dei vini prodotti sulla collina di Sementina è indiscussa, Giorgio Rossi è considerato dalla guida Gault & Millau uno dei 150 migliori viticoltori della Svizzera. Non solo Merlot, chez Mondò: Giorgio non ha dimenticato il patrimonio autoctono ticinese, e sopracenerino in particolare: la Bondola, un vitigno che era quasi in via di estinzione e che oggi sembra rivivere una seconda giovinezza.

Accanto a grandi vini in stile bordolese, come il “Ronco dei Ciliegi”, il “Mondò” o il “Questo” – e accanto a grandi bianchi come il “Crudell” – ci piace segnalare allora la freschezza e la grande aromaticità della “Bondola del Nonu Mario”.

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Il menù della serata

Piccolo benvenuto

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Crudo di capesante, avocado e barbabietola

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Cappelletti alle spugnole, caprino ticinese e aglio orsino

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Controfiletto di manzo con senape in grani, cime di rapa, patate dauphine

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Mousse al cioccolato bianco, crumble di mandorle e sorbetto al pompelmo rosa